Biblioteca Parrocchiale di Sant’Antonio – Viareggio

Estratto dalla rivista “L’ingegnere” Vol.XI – Settembre 1937 -XV

 Dott.Ing. Gino ROSSETTI

IL PORTO DI VIAREGGIO  E LE EROSIONI DELLA SPIAGGIA

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Il problema del porto di Viareggio assume una particolare delicatezza e importanza per un fatto, diciamo così, negativo, cioè per le erosioni che dalla costruzione del porto in poi, si sono verificate nella spiaggia e nella zona balneare.

Prima della costruzione del porto (non ultimato, anzi da vari anni sospeso), questa spiaggia, che è la spiaggia a nord dei moli, aumentava di estensione, durante la costruzione del porto si è verificato il fenomeno opposto, cioè la sua diminuzione di estensione. Diminuzione di estensione dovuta a erosioni da parte del mare e che nel tratto che maggiormente interessa, e cioè tra i moli e il Marco Polo, in media è di circa 30 metri.

Se Viareggio non fosse tra le principali città balneari d’Europa, questo fatto, della erosione della spiaggia, potrebbe considerarsi secondario. Ma oramai il nome di Viareggio, città balneare, è famoso in tuta Europa, e a questo nome è connessa una grandiosa e costosa attrezzatura di alberghi, teatri, ville ecc. di un valore molto rilevante e che oggi rappresenta la maggior fonte di guadagni; cosicchè il problema del porto, o meglio degli inconvenienti che dal porto oggi derivano, deve essere inquadrato nel complesso della vita di Viareggio.

Se dovesse sparire, perchè erosa dal mare, questa sua spiaggia, che cosa resterebbe di Viareggio città balneare?

Quale enorme perdita per i cittadini di Viareggio?

L’interrimento del porto e le erosioni della spiaggia

 

La spiaggia di Viareggio è una spiaggia sottile. La sua tendenza naturale, confermata del resto da una esperienza di vari secoli, è quindi di inoltrarsi verso il mare.

Ho detto la tendenza naturale. Ma se interviene l’uomo colle sue opere (moli, dighe,ecc.), questo equilibrio di lento, continuo, metodico, uniforme inoltrarsi della spiaggia verso il mare, può venire modificato talora anche assai profondamente.

Questo equilibrio ha praticamente cominciato a rompersi dopo l’800 quando le antiche banchine del Canale Burlamacca furono via via sempre più inoltrate in mare, dando luogo a veri e propri moli. E da allora cominciò a verificarsi che la spiaggia a sud dei moli, si inoltrasse in mare un poco più della spiaggia a nord dei moli. Oggi, colla costruzione della diga e coll’aumentare molto notevolmente la lunghezza di uno dei moli, si è osservato un vasto e rapido interrimento ai due lati della diga, e cioè nella spiaggia a sud della diga e nella spiaggia subito a nord della diga, cioè nel costruendo nuovo porto.

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C’è da meravigliarsi? No. Erano prevedibile? Probabilmente si. La causa ne è la seguente. La corrente litoranea e più specialmente le onde di libeccio, trascinano verso il nord i materiali provenienti dall’Arno e dal Serchio. Arrivati alla diga, che per loro è un ostacolo, essi materiali a poco a poco la girano, continuando il loro movimento dall’altra parte della diga.  Quindi interrimenti ai due lati della diga e cioè verso la spiaggia di sud e nel porto. Chi conosce un po’ le costruzioni marittime, sa che questi fatti sono nell’ordine naturale delle cose.

E le erosioni? Le erosioni della spiaggia a nord dei moli, nel tratto sino al Marco Polo? Ovverosia nella zona balneare?

Fermati dalla diga, i materiali provenienti dall’Arno e dal Serchio, era logico che ne venissero a mancare per alimentare la spiaggia dai moli al Marco Polo. Quindi la spiaggia non poteva più inoltrarsi come prima verso il mare. O inoltrarsi di meno, o restare come era, o erodersi. Qualcuno di questi fatti doveva pur accadere. Quali allora prevedibili? Io credo che on ci fossero elementi per stabilire quali di questi fatti si potessero verificare. Ho già detto in precedenza che quando con dighe o altro l’equilibrio venga rotto, perturbazioni anche gravi possono avvenire. E quindi tra le possibilità vi era anche quella delle erosioni.

E le erosioni si sarebbero verificate anche senza la costruzione del porto? Il carattere della spiaggia, che è una spiaggia sottile, e quello che avviene nelle spiagge limitrofe, lo esclude, tanto più poi erosioni di cotale importanza, cioè di circa metri 30 in media riscontrate nel volgere di pochi anni.

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Soluzione del problema del porto e della spiaggia

Rimedi? Soluzioni?

1) Il rimedio migliore sarebbe quello di potere ritornare indietro di parecchi anni e non iniziare la costruzione del porto.

Ma questa non è una soluzione attuabile.

2) Altra soluzione, lasciare il porto incompiuto, nello stato in cui si trova attualmente.

Con questa soluzione continuerebbero gli interrimenti ai due lati della diga e quindi anche nell’interno del porto.

E perciò continuerebbero le erosioni nella zona balneare della spiaggia. In una seconda fase di transazione, la spiaggia non avrebbe nè erosioni nè interrimenti. Sino a che in una terza fase la spiaggia riprenderebbe il suo normale equilibrio inoltrandosi nuovamente verso il mare, quando il porto sia completamente interrato, perchè allora il porto colla sua diga a sud e col molo corto formerebbero come un promontorio cioè come un unico ostacolo agli effetti dei materiali provenienti da sud e cioè dall’Arno e dal Serchio e trascinati dalle correnti e dai flutti. Questi materiali girerebbero così questo nuovo ostacolo, con interrimenti ai due estremi e cioè anche nella spiaggia a nord dei moli (zona balneare tra i moli e il Marco Polo).

3) Altra soluzione. Completare il porto e stare a vedere cosa succede.

In modo assoluto credo non si possa dire cosa succederà. Ma lo si potrà dire presumibilmente.

Il molo e la diga, anche se  ultimati, non oltrepasseranno la linea neutra, così che ciò che avverrà non dovrà essere troppo diverso da ciò che si è esposto per la precedente soluzione. E cioè gli interrimenti continuerebbero egualmente ai due lati della diga, ma nell’interno del porto di assai meno, perchè terminata la diga e terminato il molo curvilineamente si da avvicinarlo alla diga stessa, la bocca del porto sarebbe molto più piccola.

Circa le erosioni, difficile molto, se non impossibile, sapere cosa succederà. Io penso che i materiali provenienti dal Serchio e dall’Arno non potendo girare completamente la diga, dalla sua base sud alla sua base nord, o per meglio comprenderci non venendosi (se non in tempi lontani) a verificare il fatto di quella specie di promontorio di cui la soluzione precedente, si andranno a depositare anche e più rapidamente nella spiaggia nord, la quale però non sarà immune da erosioni.

4) Una soluzione che ho sentito talvolta prospettare, è quella di variare il progetto del porto, in modo da prolungare notevolmente sia la diga sia  il molo, sino a portarli sensibilmente al di là della linea neutra.

Questa soluzione per il porto sarebbe migliore delle precedenti, perchè quelle sabbie del Serchio e dell’Arno, trasportate dalla corrente litoranea e dai flutti, e al di qua (cioè tra la spiaggia e la linea neutra) della linea neutra, arrivati alla diga si fermerebbero solo a sud della diga. E  il porto non verrebbe interrato. Non verrebbe interrato per un tempo molto lungo, ma poi la linea neutra per mantenersi alla profondità che le spetta, si sposterebbe verso l’alto mare, così che verrebbe il giorno che moli e diga si troverebbero colle loro punte a tergo della linea neutra. Saremmo allora nuovamente nel caso della soluzione terza già prospettata.

Circa la spiaggia a nord dei moli, per alcuni decenni mancando ad essa la naturale alimentazione dei materiali provenienti dal Serchio e dall’Arno perchè fermati o deviati dalla diga, la spiaggia potrebbe al solito avere tendenza alle erosioni. Ed anche a erosioni forti perchè profondamente variato l’equilibrio da queste poderose costruzioni. E così addio bella spiaggia!

Questa soluzione, dunque, potrebbe dare al porto una vita più lunga di quella del porto di cui alla soluzione terza, farebbe presumibilmente continuare fortemente le erosioni della spiaggia a nord dei moli, rappresenterebbe un grave errore finanziario perchè la linea neutra essendo ancora lontana, troppo bisognerebbe prolungare la diga e il molo.

5) La soluzione di togliere e diga e prolungamento dei moli, per ritornare allo stato di quando si iniziò il porto, è una soluzione draconiana e che vorrebbe dire rinuncia assoluta al porto, ma di sicuro e pronto esito per la conservazione della spiaggia.

6) La soluzione di tagliare in alcuni tratti la diga e il prolungamento del molo in modo da aprirvi in queste opere dei varchi o porte o canali che dir si voglia, sarebbe, come la precedente soluzione, di rinuncia assoluta per il porto.

Sarebbe però la soluzione che, teoricamente, dopo la soluzione precedente, più ci avvicinerebbe alle condizioni di regime, di equilibrio dei materiali provenienti dall’Arno e dal Serchio, dalla corrente litoranea, dei flutti, prima della costruzione del porto, cosicchè questi materiali trovando ostacoli di minore importanza sul loro cammino, per buona parte dovrebbero passare oltre questi varchi e alimentare così tutta la spiaggia a nord dei moli, sino al Marco Polo.

Praticamente però sembra, a dire di molti, che i fatti sarebbero ben diversi: per il rapido interrimento che si verificherebbe nei varchi stessi.

7) Altra soluzione. Arretrare il costruendo porto mediante la costruzione di una nuova diga più vicina alla riva di quella attuale.

Con questa soluzione si avrebbe un porto più piccolo di quello attualmente in costruzione e sviluppantesi molto vicino alla riva e  cioè un porto in proporzioni ridotte.

Le erosioni nella spiaggia a nord (zona balneare) dovrebbero essere logicamente assai minori, perchè le poderose opere attuali (molo, diga) sarebbero di assai minore entità.

(Errata corrige: Fig.5 - Planimetria del Porto e battigia nell'anno 1937. Le immagini sono state tratte dalla pubblicazione citata nel titolo)

(Errata corrige: Fig.5 – Planimetria del Porto e battigia nell’anno 1937. Le immagini sono state tratte dalla pubblicazione citata nel titolo)

Esame delle varie soluzioni

Ho prospettato sette soluzioni del problema del porto e della spiaggia. Quale la migliore?

La soluzione prima va esclusa perchè non più realizzabile.

La soluzione terza, quarta, settima considerano il completamento del lavori del porto. Al di qua della linea neutra la terza e la settima soluzione, al di là della linea neutra la quarta soluzione. In ogni modo, e sia pure in ben diverse proporzioni, probabile erosioni della spiaggia tra i moli e il Marco Polo.

La soluzione seconda, quinta, sesta portano di conseguenza alla rinuncia del porto. Ma solo colla soluzione quinta si avrebbe la certezza della cessazione immediata e duratura delle erosioni della spiaggia, che riprenderebbe così il suo ritmo naturale.

Tra queste soluzioni ve ne è nessuna che armonizzi gli interessi del porto con quelli della zona balneare?

Ricordiamo che l’idea e la realizzazione del porto si sono avute per ragioni elettorali assai prima del sorgere del Fascismo. Da un punto di vista generale e nazionale, coi vicinissimi e attrezzatissimi porti di Livorno e Spezia e in considerazione della natura della spiaggia che rappresenta la negazione assoluta per costruirvi un porto, il porto non doveva neppure essere iniziato. Ora c’è, e non ultimato, e non si può astrarre da questa realtà ma neppure ci deve tenere vincolati a questa realtà oltre certi limiti.

La soluzione quarta (al di là della linea neutra) non è attuabile perchè richiederebbe somme ingentissime per la sua realizzazione e perchè vorrebbe dire la completa rovina della spiaggia nord.

La soluzione settima (nuova diga più vicina alla riva) pure essendo encomiabile, non è conveniente l’attuarla, perchè una volta abbandonato l’attuale porto, non è bene perseverare nell’errore di farne di nuovi, anche se migliori dal punto di vista delle erosioni della spiaggia nord. Tra l’altro, la costruzione di nuove dighe costa pure denaro!

La soluzione seconda (dello stato attuale) è, a mio parere, la peggiore soluzione dopo la soluzione quarta. Non si ha il porto. E si ha la lenta, metodica, rovina della spiaggia. E’ vero che attualmente una potente draga sta togliendo la sabbia dal costruendo porto, per gettarla mediante tubazioni nella zona balneare più danneggiata, onde riformare ivi artificialmente la spiaggia, ma l’esperienza di qualche anno fa ci dice che il moto ondoso prodotto dalle libecciate più violente riporta altrove, lungi da questa spiaggia, questa finissima sabbia, perchè la natura segue pure le sue leggi. Con fine molto lodevole ma con esito non troppo confortante, in un’altra zona di maggiore erosione è stato ultimamente costruito un piccolo pennello con lo scopo di trattenere a sè la sabbia e riformare così nei suoi pressi la spiaggia, ma l’azione benefica dei pennelli si ha in una zona ristretta, e quindi molti altri ne andrebbero costruiti, ciò che cambierebbe con grave suo nocumento il carattere della spiaggia di Viareggio.

Rimangono così in … palio, le soluzioni terza, quinta e sesta, che, a mio parere, sono le migliori.

Ormai il porto è quasi terminato. Si potrebbe ultimarlo (soluzione terza) purchè subito e con opere di piccola entità, quasi di raccordo tra la diga e il molo nord. E stare poi a vedere cosa succede delle erosioni della spiaggia nord, le quali, in ogni modo, dovrebbero, io credo, diminuire.

Se la spiaggia della zona balneare fosse ancora in pericolo, allora si potrebbero adottare rimedi di cui la soluzione sesta, di tagliare in alcuni tratti la diga e il prolungamento del molo, in modo di aprirvi in queste opere dei varchi e canali. E al solito stare a vedere cosa succede. Se la spiaggia fosse ancora in pericolo, allora si potrebbe adottare il rimedio di cui la soluzione quinta, di togliere e diga e prolungamento dei moli.

Questa soluzione da me proposta (applicazione metodica e eventuale di tre soluzioni), non rispecchia però veramente il mio intimo pensiero. E’ solo per tentare di dare, oltrechè la spiaggia, anche il porto a Viareggio. Naturalmente richiede molta celerità nelle varie fasi dei lunghi lavoti, molto denaro, e l’arrivare in tempo utile, prima cioè che la spiaggia nord sia completamente erosa.

Io non so se le spese sostenute e da sostenersi, debbano o no essere rimborsate allo Stato, dal Comune o dai Comuni interessati; comunque da un punto di vista locale ne va pure tenuto conto.

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Il rimedio migliore

A Viareggio si hanno erosioni della spiaggia. In media di circa 30 metri. A ciò va aggiunto il mancato ripascimento naturale della spiaggia. E’ noto (e se ne sta occupando il Consiglio Nazionale delle Ricerche) che molta parte dei litorali sabbiosi italiani sono in fase di ritiro e che a questo fenomeno possono concorrere cause naturali e cause artificiali. A  Viareggio non sappiamo se vi concorrano o meno fattori naturali, in ogni modo essi non possono essere di grande importanza, perchè altrimenti qualcuno dei fenomeni di erosione o di mancato ripascimento di spiaggia che si manifestano a Viareggio si dovrebbero pure verificare nelle limitrofe spiagge di Torre del Lago, Lido di Camaiore, Forte dei Marmi, il che non è. Quindi, ed è naturale, a Viareggio concorrono cause artificiali: il porto in costruzione. E in ogni modo anche se cause naturali ( e che quindi l’uomo non può modificare) vi fossero, è logico che se a questa si uniscono le cause artificiali (che l’uomo quando voglia può modificare), i danni si sommano o si moltiplicano, e quindi non è il caso di aggiungere alle eventuali cause naturali, quelle artificiali.

Un attento osservatore può facilmente rilevare che in varie zone della spiaggia a Viareggio diviene alquanto più ripida, segno questo che la spiaggia viene assai erosa non solo in estensione ma anche in profondità, quindi il male è aggravato.

Alla Marina di Carrara che dista da Viareggio qualche decina di chilometri, si osservano scogliere in tutti i sensi per difendere la spiaggia, se pure si può ancora in talune zone parlare di spiaggia! Ebbene anche a Viareggio vogliamo arrivare a questo? Negli effetti delle costruzioni marittime sul regime delle acque e dei litorali non tutto è calcolabile e anzi un larghissimo margine va purtroppo lasciato all’imprevisto cioè alle forze ancora poco conosciute della natura. Il grande Leonardo dice “Se ti vien di trattare dell’acqua consulta prima l’esperienza e poi la ragione”. E Laplace chiama anzi le acque del mare “ribelli alle analisi matematiche”. La città di Viareggio oggi e in questi ultimi cento anni ha la sua ragione di vita nella piccola industria marinara e nella grande industria del forestiero. La industria marinara anche con un bel porto non potrà, a fatti, divenir un gran che, coll’attrezzatissimo porto di Livorno così vicino. L’industria del forestiero ha invece condizioni naturali e privilegiate per mantenersi e progredire, con tutta la Riviera Versiliese che gravita ancora sulla città di Viareggio.

La vicina Forte dei Marmi, la sorellina minore, è oggi un po’ veramente la fortunata rivale di  Viareggio, per la sua spiaggia veramente meravigliosa. Io credo però che anche Forte dei MArmi, come tutte le cittadine della riviera Versiliese, abbia interesse che Viareggio, la città luminosa dei divertimenti, conservi e possibilmente aumenti il proprio splendore. Viareggio, per avere il porto, non può permettersi il lusso di perdere la spiaggia. Non solo, ma deve scartare qualunque soluzione, di qualsiasi genere, che non le dia la certezza che le erosioni cesseranno e presto e che il sublime patrimonio della sua spiaggia si riformerà naturalmente.

Questo vuol dire praticamente adottare, e subito, una soluzione quinta di togliere la diga e prolungamento del molo per ritornare presso a poco allo stato di quando iniziò il porto. Lavoro pure questo difficoltoso e dispendioso, ma radicale.

Comprendo pure come un sogno lungamente vagheggiato (il porto), già prossimo alla completa realizzazione, il dovervi rinunciare e il vederlo sparire, deve essere triste! Ma  è anche virile saper affrontare, e in tempo utile, le più coraggiose, ma necessarie soluzioni.

Viareggio, questa fulgida gemma della Riviera Versiliese, non può perdere il suo luminoso “oggi” di regina delle città balneari, per un problematico domani.