GIOVANNI PACINI E VIAREGGIO

di Paolo Fornaciari

tratto da www.viareggiok.it/giovanni-pacini-e-viareggio/

     Il 6 dicembre 1867 moriva a Pescia il musicista Giovanni Pacini. La storia di Giovanni Pacini è intimamente legata a Viareggio, dove si stabilì nel 1822.
Egli nel volume autobiografico “Le mie memorie artistiche”, stampato a Firenze nel 1875, ha scritto: “Nella primavera del 1822 trovandosi a Fiumicino un piccolo bastimento appartenente a S.M. la Duchessa di Lucca, il capitano mi offrì di fare il viaggio con esso. Accettai l’invito e sbarcai a Viareggio ove, piacendomi infinitamente quella nascente città, vi fermai la mia dimora”. Infatti, Pacini fece costruire una casa lungo il canale Burlamacca dove soggiornò fino al 1857, poi si trasferì a Pescia. Questa casa, dove egli compose le sue più importanti opere, fra le quali la “Saffo”, fu risparmiata dai violenti bombardamenti che subì la città durante l’ultima guerra, ma scomparve sotto i colpi del piccone demolitore per scarsa sensibilità storico-artistica, e al suo posto fu edificato un anonimo “grattacielo”.
Pacini, nelle sue “memorie”, non fa cenno al fatto che a Viareggio in quell’anno anche Paolina Bonaparte si fece costruire una villa, ma la presenza della bella principessa Borghese, che conobbe un anno prima e alla quale fu molto legato sentimentalmente, ebbe un ruolo determinante. Pacini, comunque quanto questo legame si sciolse e anche dopo la morte di Paolina, avvenuta nel 1825, restò lo stesso a Viareggio e molto si adoperò per la città. Infatti nel 1834 istituì a Viareggio il Liceo Musicale che intitolò a Carlo Lodovico. Il Liceo, frequentatissimo da giovani di tutta la Lucchesia ed anche da “stranieri”, per volontà dello stesso Duca, tre anni dopo fu trasferito a Lucca, poiché “una tale istituzione avrebbe recato un lustro” alla città.

 La scuola successivamente prese il nome di Giovanni Pacini, poi fu intitolata al musicista lucchese Luigi Boccherini. Pacini nel 1832 fece rappresentare la sua operetta “Il convitato di pietra” nel teatrino privato di casa Belluomini, in via Regia all’angolo della via Fratti. A Viareggio, infatti, mancava un teatro vero e proprio ed allora egli decise di costruirlo a sue spese su un terreno avuto gratuitamente dal Municipio. Nel 1835, dopo soli 90 giorni di lavoro, il teatro fu ultimato e, come scrisse lo stesso Pacini, “non si creda che sia mal costruito”. Posto in via San Francesco, era una costruzione moderna, progettato dall’architetto viareggino Bernardo Giacometti, aveva una capienza di circa 800 posti. Il Michetti nella sua “Guida” del 1893 così lo descrive:“La sua facciata, d’ordine ionico, è abbastanza elegante, e nell’interno ha tre ordini di palchi lavorati a scagliola bianca e lucida con modanature dorate. E’ di un bell’effetto il sipario, che rassomiglia a quello del teatro La Pergola di Firenze.” Fu inaugurato ufficialmente nell’estate con la rappresentazione dell’opera “Talismano” dello stesso Pacini. Il teatro, acquistato dal Comune nel 1841, fu distrutto dai bombardamenti dell’ultima guerra e da allora la città non ha più avuto un suo teatro municipale. Oltre al Liceo ed al teatro, Pacini organizzò anche una banda musicale formata da elementi locali, della quale fu anche direttore. Pacini si dedicò attivamente alla vita pubblica della città, ricoprendo la carica di Gonfaloniere dal 1849 al 1854 e svolgendo una politica attenta alle necessità di Viareggio

Liceo1

Regolamento del “Regio Liceo Musicale – Carlo Lodovico”,
prima scuola musicale di Viareggio, datato 10 gennaio 1834

 

DISCOGRAFIA DI GIOVANNI PACINI

di Giuseppe Rossi

tratto da  http://www.teatroregioparma.org/verdifest2004/corsaro_pacini/corsaro_pacini_saggi.htm

Il titolo dell’opera, con la data e il luogo della prima rappresentazione, è seguito dai dati dell’incisione. L’elenco prevede, nell’ordine, i nomi del direttore e degli interpreti principali, la casa discografica, la sigla identificativa del disco e la data della registrazione.

Opere complete

L’ultimo giorno di Pompei (19 novembre 1825,Teatro di San Carlo, Napoli) Giuliano Carella – Iano Tamar (Ottavia), Raul Gimenez (Appio Diomede), Nicolas Rivenq (Sallustio), Gregory Bonfatti (Publio), Sonia Lee (Menenio), Riccardo Novaro (Gran Sacerdote), Svetlana Sidorova (Clodio), Emil Alekperov (Fausto) – Orchestra del Teatro Massimo Bellini in Catania, Coro da camera di Bratislava. Dynamic CDS 1781/2 CD 1996

Carlo di Borgogna (21 febbraio 1835,Teatro La Fenice,Venezia) David Parry – Elizabeth Futral (Leonora), Jennifer Larmore (Estella), Bruce Ford (Carlo), Roberto Frontali (Arnoldo), Garry Magee (Guglielmo) – Academy of St. Martin in the Fields, Godfrey Mitchell Choir. Opera Rara ORC 21 CD 2001

Saffo (29 novembre 1840,Teatro di San Carlo, Napoli) Franco Capuana – Leyla Gencer (Saffo), Franca Mattiucci (Climene),Tito del Bianco (Faone), Louis Quilico (Alcandro) – Orchestra e coro del Teatro di San Carlo di Napoli. MRF MRF-10 LP/Arkadia HP541.2 CD 1967 Maurizio Benini – Francesca Pedaci, Mariana Pentcheva, Carlo Ventre, Roberto de Candia, National Symphony Orchestra of Ireland,Wexford Festival Opera Chorus. Marco Polo 8.223883-4 CD 1995

Maria, regina d’Inghilterra (11 febbraio 1843,Teatro Carolino, Palermo) David Parry – Nelly Miricioiu (Maria Tudor), Mary Plazas (Clotilde Talbot), Bruce Ford (Riccardo Fenimoore), José Fardilha (Ernesto Malcolm), Alastair Miles (Gualtiero Churchill), Susan Bickley (Un Paggio), Benjamin Bland (Raoul), Philharmonia Orchestra, Godfrey Mitchell Choir. Opera Rara ORC15

CD 1998 David Parry – Penelope Walker, Marilyn Hill Smith,Keith Lewis, Christopher

Blades, Assen Vassilev, English Symphony Orchestra and Chorus. MRF-195-S LP/Italian Opera Rarities LO7714-15 – CD 1983

Medea (28 novembre 1843,Teatro Carolino, Palermo; seconda versione: 1845, Vicenza)

Richard Bonynge – Jolanta Omilian (Medea), Sergio Panajia (Giasone), Marcello Lippi (Creonte), Giorgio Giuseppini (Calcante), Maria Cristina Zanni (Cassandra), Enrica Bassano (Licisca), Orchestra Sinfonica di Savona – Coro schola cantorum S. Gregorio Magno. Arkadia AK 146.2/Agorà 086 – CD 1993.

Sono reperibili incisioni complete soltanto di cinque delle circa novanta opere teatrali di Giovanni Pacini. La registrazione piú vecchia, effettuata dal vivo al Teatro di San Carlo di Napoli il 7 aprile del 1967 durante la celebre edizione di Saffo diretta da Franco Capuana con protagonista Leyla Gencer, apparve in tre microsolchi della casa privata MRF ed è oggi disponibile in un riversamento Arkadia. La seconda incisione della tragedia lirica, tanto piú affidabile sul piano della qualità tecnica e della completezza, è stata realizzata nell’ottobre 1995 al Festival di Wexford e pubblicata in compact da Marco Polo. Segnalo, a titolo di curiosità, anche l’esistenza di registrazioni private delle due esecuzioni di Saffo che ebbero per protagonista Montserrat Caballé, il 24 giugno 1987 a Barcellona e il 17 giugno 1989 a Vienna, la prima diretta da

Ramin con Petra Malakova,Antonio Ordonez, Enric Serra, e la seconda diretta da Collado con Raquel Pierotti, Antonio Ordonez ed Enric Serra. Le due incisioni di Maria, regina d’Inghilterra sono ugualmente dirette da David Parry, infaticabile riesumatore di rarità operistiche, l’una registrata a Londra il 14 e il 15 luglio del 1983 e l’altra fissata in studio nel 1998 da Opera Rara.

Quest’ultima è senz’altro preferibile per la superiore qualità tecnica, la migliore distribuzione vocale e la cura editoriale che da sempre contraddistingue le pubblicazioni della benemerita casa inglese, specializzata nel recupero di opere dimenticate del primo Ottocento. Un doppio compact Arkadia immortala la prima ripresa moderna di Medea come fu eseguita al Teatro Comunale

Chiabrera di Savona durante il Festival dell’Opera Giocosa del 1993: un’esecuzione onorevole per la parte orchestrale, meno convincente sul piano vocale, con pochi tagli praticati soprattutto nei cori e nei pezzi d’insieme. Di notevole livello è invece la recente registrazione integrale del melodramma romantico Carlo di Borgogna, realizzata ancora da Opera Rara sotto la direzione di

David Parry con le eccellenti prove vocali di Ford, della Futral e della Larmore in ruoli irti di ardue difficoltà belcantistiche. Infine il melodramma tragico L’ultimo giorno di Pompei, su libretto di Leone Tottola, è stato registrato da Dynamic nell’agosto del 1996 a Martina Franca in una produzione del Festival della Valle d’Itria diretta da Giuliano Carella che aveva il suo punto di forza

nell’ottima Ottavia di Iano Tamar.

Brani contenuti in dischi antologici

Il titolo dell’opera, con la data e il luogo della prima rappresentazione, è seguito dal brano relativo e dall’incisione, elencando nell’ordine i nomi degli interpreti e del direttore, la casa discografica, la sigla identificativa del disco e, quando possibile, la data della registrazione.

Annetta e Lucindo (17 ottobre 1813,Teatro S. Radegonda, Milano) Quartetto «Fra l’orror di notte oscura» Eidwenn Harrhy, Paul Nilon, John Cashmore, Geoffrey Dolton – Philharmonia

Orchestra – David Parry. Opera Rara ORCH 103 CD 1987

Adelaide e Comingio (30 dicembre 1817,Teatro Re, Milano; nota anche come Isabella e Florange, Il comingio, Comingio pittore) Duetto «Dove son» Francina Girones, Giovanna Fiorini. EJS 554 LP

Ouverture Philharmonia Orchestra – David Parry. Opera Rara ORCH 103 1987

La sposa fedele (14 gennaio 1819,Teatro San Benedetto,Venezia) Aria «Sí, venite» Giorgio Grimaldi. EJS 554 LP

Alessandro nelle Indie (29 settembre 1824,Teatro di San Carlo, Napoli) Terzetto «Ciel d’una misera» Majella Cullagh, Enkelejda Shkosa,William Matteuzzi – Academy of St. Martin in the Fields – David Parry. Opera Rara ORR 216 CD 2001

Gli arabi nelle Gallie, ossia Il trionfo della fede (8 marzo 1827,Teatro alla Scala, Milano; revisione con aggiunte e col titolo L’ultimo dei Clodovei, 1855,Théâtre des Italiens, Parigi) Aria con coro «Piangere piú» Carlo Micolucci. EJS 554 LP

Il contestabile di Chester, ossia I fidanzati (19 novembre 1829,Teatro di San Carlo, Napoli)

Duetto «Là, sotto il salice» Yvonne Kenny, Susan McCullough – Philharmonia Orchestra, Godfrey Mitchell Choir – David Parry. Opera Rara ORCH 104 CD 1993

(A Hundred Years of Italian Opera) Il corsaro (15 gennaio 1831,Teatro Apollo, Roma) Terzetto «Che intesi? È lui che adoro» Erica Busch, Sona Ardontz, John Breckneck. Unique Opera Records UORC 125 LP

Ivanhoe (19 marzo l832,Teatro La Fenice,Venezia) Terzetto «Ah! tu lo guida!» Erica Busch, Patricia Sabin, Philip Langridge. Unique Opera Records UORC 126 LP

Don Giovanni Tenorio, o Il convitato di pietra (primavera 1832, Casa Belluomini, Viareggio)

Aria «Sento brillarmi il core» Malvina Major, NZOS 3 LP

Carlo di Borgogna (21 febbraio 1835,Teatro La Fenice,Venezia) Aria «Del leone di Borgogna» – «Un vano prestigio» Bruce Ford, Diana Montague – Philharmonia Orchestra, Godfrey Mitchell

Choir – David Parry. Opera Rara ORR 202 CD 1997

Furio Camillo (26 dicembre 1839,Teatro Apollo, Roma) Aria «Io d’Imen m’affretto all’ara»

Elinor Amlen, Mayne Miller. The Singer’s Songbook AFPC-02 LP

Saffo (29 novembre 1840,Teatro di San Carlo, Napoli) Aria «L’ama ognor» Eugenia Burzio.Maston 52020/Pearl 106739 CD 1912 – Aria «Ai mortali, o crudo, ai numi» Leyla Gencer – Vincenzo Scalera, pianoforte. Bongiovanni 25-23-2 CD 1981 – Aria «Di sua voce il suon giungea»-«Un’Erinni» Giuseppe Bellantoni. Bongiovanni GB 1162-2/Symposium SYM 1249 CD

1908 – Aria «Ah! Giusta pena» Augusto Scampini. Minerva MNER 61 CD 1908

Luisetta, ossia La cantatrice del molo [di Napoli] (13 dicembre 1843,Teatro Nuovo,

Napoli) – Aria «Venne un dí da Palestina» Malvina Major. NZOS 3 LP – Duetto «Cara, addio, per sempre addio» Malvina Major – Linden Loader. NZOS 3 LP

La fidanzata corsa (10 dicembre 1842,Teatro di San Carlo, Napoli) Recitativo «Son giunto» e aria «Mi parve il ciel funereo» Marcello Giordani – Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania – Steven Mercurio. Naxos 8.557 269 CD 2002

La regina di Cipro (7 febbraio 1846,Teatro Regio,Torino) Aria «Empia sorte! E me serbata»

Erica Busch. Unique Opera Records UORC 126 LP

Margherita Pusterla (25 febbraio 1856,Teatro di San Carlo, Napoli) Aria «È degli uomini il destino» Bruce Carson. NZOS 3 LP

Per molti anni le uniche possibilità di ascoltare musica di Giovanni Pacini in disco sono state affidate alle registrazioni antologiche di arie tratte dalle sue opere. Si tratta per lo piú di pubblicazioni di difficilissima reperibilità, come quelle in microsolco che furono diffuse dalle case private EJS o Unique Opera Records, oppure di incisioni a 78 giri risalenti agli inizi del Novecento, oggi in parte riversate in compact come quelle di Eugenia Burzio, Giuseppe Bellantoni e Augusto Scampini. Anche nel caso delle incisioni antologiche la conoscenza in disco dell’opera di Pacini ha avuto un contributo determinante grazie all’attività della casa inglese Opera Rara che ha registrato pregevoli estratti da Annetta e Lucindo, Adelaide e Comingio, Alessandro nelle Indie, I fidanzati e Carlo di Borgogna, quest’ultima successivamente oggetto dell’incisione integrale

già segnalata. Le restanti pagine riportate nell’elenco appartengono a Saffo e alla Fidanzata corsa. Sono reperibili rispettivamente in un recital di Leyla Gencer registrato nel 1981 a Parigi ed edito da Bongiovanni e in un recente recital di arie del tenore Marcello Giordani pubblicato da Naxos.

testo tratto dall’articolo “DISCOGRAFIA DI GIOVANNI PACINI” di Giuseppe Rossi

pubblicato all’indirizzo

http://www.teatroregioparma.org/verdifest2004/corsaro_pacini/corsaro_pacini_saggi.htm

 per maggiori approfondimenti visitate il sito

http://www.teatroregioparma.org/verdifest2004/corsaro_pacini/corsaro_pacini_saggi.htm

 

 

 

 Giovanni Pacini

Cronologia a cura di Gildo Salerno

 tratto da http://www.teatroregioparma.org/verdifest2004/corsaro_pacini/corsaro_pacini_saggi.htm

1796
Nasce a Catania il 17 febbraio, da una famiglia di artisti toscani: il padre Luigi è tenore (poi basso buffo) di una certa notorietà; gli zii Gaetano e Francesco, ballerini (il primo anche coreografo). Il padre è anche il suo primo maestro.

1808
Al conservatorio di Bologna studia canto col celebre castrato Luigi Marchesi, e contrappunto e armonia con padre Mattei.

1809-12
A Venezia continua lo studio della composizione con Bonaventura Furlanetto, maestro di cappella a San Marco. Contro le speranze del padre, che voleva avviarlo alla musica sacra, decide di dedicarsi al teatro.

1813
Felice debutto teatrale con la «farsa» Annetta e Lucindo,al Teatro di S.Radegonda a Milano. Negli anni seguenti le sue farse, d’impeccabile imitazione rossiniana, gli guadagnano una certa popolarità sulle maggiori piazze della penisola.Tra i maggiori successi: Adelaide e Comingio (libretto di Gaetano Rossi,1817,Teatro Re, Milano) e Il barone di Dolsheim (libretto di Felice Romani, 1818, La Scala, Milano).

1820-21
Si stabilisce a Roma, dove collabora con Rossini (sono suoi tre numeri di Matilde di Shabran). È sempre Rossini il modello di riferimento di questa prima fase di attività.Intreccia una relazione sentimentale con Paolina Bonaparte Borghese.

1822
Si stabilisce a Lucca.

1824-33
I grandi successi di Napoli (Alessandro nelle Indie, 1824, L’ultimo giorno di Pompei, 1825, Niobe, 1826) e Milano (Gli Arabi nelle Gallie, 1827) lo spingono a tentar fortuna all’estero;ma né il soggiorno a Vienna (estate 1827,per una nuova versione di Amazilia, già data a Napoli nel 1825),né quello a Parigi (1830) si traducono in nuove scritture. È comunque uno degli operisti italiani piú eseguiti e certo il piú prolifico. Nelle opere di questi anni – a cui si può aggiungere Il corsaro (Roma, 1831, seconda versione: Milano, 1832) – l’onnipresente modello rossiniano evolve verso una scrittura piú semplice,ma piú intensa per vigore ritmico e vivacità melodica,che varrà a Pacini l’ironico titolo di «maestro delle cabalette ». È il piú pericoloso e odiato competitore di Bellini sulla piazza milanese, ben introdotto negli ambienti filoaustriaci per le amicizie altolocate e i suoi intrighi d’alcova (famigerata la sua relazione con l’influente contessa Samoyloff ).

Paolina Bonaparte

Ritratto di Paolina Bonaparte Borghese

1834
Il terribile fiasco di Carlo di Borgogna alla Fenice il 21 febbraio (dopo tre insuccessi consecutivi di altrettante opere a Napoli) interrompe bruscamente la sua carriera di operista, soffocata dalla competizione con Bellini, Donizetti e, in parte, Mercadante; in piena crisi creativa, si ritira a Viareggio, dove fonda un liceo musicale e si dedica con passione all’insegnamento.

1837

È nominato maestro di cappella della corte ducale di Lucca.

1839-58
Con i grandi successi del «melodramma tragico» Furio Camillo (libretto di Jacopo Ferretti; 26 dicembre,Teatro Apollo, Roma) e ancor piú della «tragedia lirica» Saffo (Salvatore Cammarano; 29 novembre 1840, Teatro di San Carlo, Napoli), considerata il suo capolavoro, comincia il secondo periodo stilistico di Pacini, caratterizzato da opere piú elaborate nella forma ed evolute tecnicamente, intrise di un lirismo ormai decisamente romantico. All’interno della nuova produzione, altrettanto copiosa, ma di qualità via via decrescente, si ricordano ancora Medea (Palermo, 1843), Buondelmonte (1845) e Il saltimbanco (Roma, 1858), ultimo suo grande, quanto effimero, successo.

1842
Divenuta una scuola famosa, il liceo musicale fondato da Pacini viene trasferito a Lucca, sotto la sua direzione. Per i suoi numerosi allievi fa costruire un teatro di ottocento posti.Alla composizione e all’attività didattica (svolta anche a Firenze e Viareggio dal 1847) Pacini continuerà,però,ad affiancare l’impegno come giornalista (per le gazzette musicali di Firenze, Milano e Napoli), come teorico (scritti sulla didattica musicale e sull’organizzazione delle scuole di musica, i trattati Sulla originalità della musica melodrammatica italiana del secolo XVIII, 1841, Corso teorico-pratico di lezioni di armonia, 1844, Cenni storici sulla musica e trattato del contrappunto, 1864) e come arguto memorialista (Le mie memorie artistiche, prezioso documento sulla cultura operistica italiana del suo tempo, scritte negli anni Sessanta e stampate a Firenze nel 1865, a Roma nel ’72 e ancora a Firenze nel ’75, ampliate da Ferdinando Magnani).

1849
Pubblica a Lucca il trattato Princípi elementari col metodo del meloplasto, metodo d’insegnamento ideato dal francese P.Galin e seguito da Pacini nelle sue lezioni.

1854-55

Breve soggiorno invernale a Parigi per l’allestimento, al Théâtre des Italiens, di L’ultimo dei Clodovei (rifacimento degli Arabi nelle Gallie), il 30 gennaio 1855.

1857-65
Si trasferisce a Pescia, dove trascorre i suoi ultimi anni componendo musica sacra e strumentale (Requiem, 1864, e la Sinfonia Dante, 1863-64) e proseguendo l’attività di scrittore. Nel 1863 aderisce prontamente alla neonata Società del quartetto di Firenze.

1867
Muore a Pescia il 6 dicembre.

Qualche riferimento bibliografico:
– Marco Capra, a c. di, Intorno a Giovanni Pacini, Ets, Pisa 2003 (Studi musicali toscani, 10).
– Giovanni Carli Ballola, Gli esercizi spirituali del ‘maestro delle cabalette’, «Chigiana », 38, 1987, pp. 101-11.
– Giovanni Carli Ballola, Giovanni Pacini, in Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, Le biografie,5,Utet,Torino 1988,pp.492-94.
– Giovanni Carli Ballola, I pianeti e l’Astro Maggiore: Due fasi del rossinismo di Pacini, «Nuova Rivista Musicale Italiana», 30/3-4, luglio-dicembre 1996, pp. 323-31.
– Philip Gossett, Introduction,in Giovanni Pacini, Il Corsaro,Garland, New York-London 1985 («Italian Opera 1810-40», 34).
– Philip Gossett, Introduction, in Giovanni Pacini, L’ultimo giorno di Pompei, Niobe (excerpts), Garland, New York-London 1986 («Italian Opera 181040», 36).
– Philip Gossett, Introduction, in Giovanni Pacini, Saffo, Furio Camillo (excerpts), Garland,New York-London 1986 («Italian Opera 1810-40»,37).
– Thomas G. Kaufman, Giovanni Pacini, in Verdi and his Major Contemporaries, Garland,New York-London 1990,pp.117-54.
– Thomas G. Kaufman, Giovanni Pacini:An old composer for the new millenium?, «The Opera Quarterly», 16/3, Summer 2000, pp. 349-62.
– Michael Rose, Giovanni Pacini,in New Grove Dictionary of Music and Musicians, 18, Macmillan, London 2001, pp. 860-66.