1880: l’antesignano del flipper al Bagno Nettuno
In una missiva datata 1 agosto 1880, il Delegato di Pubblica Sicurezza di Viareggio comunica al Prefetto di Lucca l’intenzione del proprietario del Bagno Nettuno, Amadeo Barsanti “tendente ad ottenere il permesso di introdurre il giuoco del Bibì nel suo stabilimento“. La missiva corredata anche dalla descrizione di quel gioco per il quale “una certa abilità di cui il giuocatore deve esser dotato per poter far suonare il campanello, col qual suono si raddoppiano i punti e per la quale richiedesi pure capacità per regolare il moto della palla affinché non vada nella opposta sponda, nel qual caso il giuocatore perde”.
La preoccupazione principale delle autorità era che il gioco non fosse da considerarsi d’azzardo o disastroso, come si diceva all’epoca, ed a quello scopo il Delegato suggeriva che “sarebbe bene vincolare i punti che determinano la vincita non a chi fa maggior numero di punti con un solo colpo di stecca per ciascun giuocatore, ma a punti determinati che oltrepassino una ragguardevole cifra per obbligare il giuocatore ad un maggior numero di tiri anziché ottenere la vincita al primo tiro soltanto”.
Da quanto descritto sappiamo che era un gioco dove una palla, mossa da un colpo di stecca, doveva far suonare un campanello; quindi una sorta di biliardo di cui non avremmo potuto conoscere la forma o lo schema se il Delegato di P.S. della nostra città non avesse avuto l’accortezza di riprodurlo in uno schizzo.
Beh, sì, somiglia proprio a quel flipper che fino ad una trentina di anni fa faceva bella mostra di sé nei bar e nelle sale giochi di mezzo mondo e che a Viareggio, nel 1880, veniva chiamato Bibì.
L’informazione è stata reperita presso l’Archivio di Stato di Lucca, fondo Delegazioni P.S., filza n.105

Lettera del Delegato di PS

Allegato alla lettera con schizzo e descrizione del gioco
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